Forlanini, non finisce qui

Raffaella Leone

“La politica deve fare politica, deve riconoscere e rispondere ai bisogni dei cittadini”. Le parole di Giulia Maderni, infermiera al San Camillo e attivista del Coordinamento per il Forlanini bene comune riassumono come meglio non si potrebbe l’intento e anche il senso dell’assemblea pubblica sull’ex ospedale che si è tenuta nella sala messa a disposizione dalla parrocchia Regina Pacis. Una sollecitazione, l’ennesima, di questo indomito comitato, a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo della Giunta Regionale. Elezioni a turno unico, si vota in 2 giorni ma non ci sarà ballottaggio, o la va o la spacca per i candidati alla presidenza.

Emblematico, e per certi versi inquietante, quello che racconta il professor Martelli, presente per la prima volta all’iniziativa del comitato nonostante i numerosi inviti passati: un personaggio arabo ha confidato a Martelli di voler comprare il Forlanini e allo scetticismo dell’ex primario dell’ospedale sulla remota per non dire impossibile eventualità di farsi aprire il cancello ha replicato: non si preoccupi, sarà il direttore stesso a darmi le chiavi. Non c’è da stare tranquilli alla luce delle notizie rilanciate da Giuseppina Granito, del sito SireneOnline, lo stesso sito che ha dato anche la notizia di un esposto alla Corte dei conti per chiedere chiarezza sull’intero e sempre più oscuro affaire Forlanini.

Straziante, ma anche questa emblematica e inquietante, la testimonianza della mamma di Lisa, la ragazza di 17 anni morta dopo un trapianto di midollo osseo al Bambino Gesù. La Procura di Roma indaga, si parla di macroscopici errori e diffusa negligenza, fatto sta che davanti ai genitori quando hanno intrapreso il percorso giudiziario si sono presentati i sanitari accompagnati dagli investitori.

Dov’era, dove è la Politica, quella che sceglie e decide? In sala ci sono i rappresentanti praticamente di tutte le liste, comprese le liste civiche e di sostegno a questo o quel candidato alla presidenza (Rocca per il centro destra, Bianchi per i 5 stelle,D’amato per il centro sinistra, Rinaldi per Unione Popolare) . Tutti ufficialmente schierati in difesa della sanità pubblica, nella regione che ricorre al privato per il 40%, con punte del 90%, come fa notare un operatore di Medicina Democratica. Sostegno ufficiale sì, ma con molti distinguo e paletti in quasi tutti gli schieramenti,tranne Unione Popolare che da sempre si batte per la sanità pubblica. Emergono due visioni diverse: la destra-centro vuole condividere il pubblico con il privato, magari allargando gli spazi per quest’ultimo; la sinistra-centro punta invece a contrastare la crescente privatizzazione in atto, tra i 5 stelle non mancano gli scettici .Non tutto scorre, in due degli schieramenti principali c’è qualche intoppo. Nella destra, la Lega insiste sulla salvaguardia del Forlanini come presidio socio-sanitario pubblico;nel centro sinistra pesa la tuttora oscura ( ma leggibile nel programma elettorale) ipotesi del candidato D’Amato di cedere parte del Forlanini all’ospedale del Vaticano in cerca di spazi.

Ufficialmente comunque il Forlanini nello specifico non figura nel programma elettorale degli schieramenti che si contendono la presidenza -con l’eccezione come detto del candidato ex assessore Pd della giunta Zingaretti ,D’amato- e a complicare il tutto incombe lo spettro dell’autonomia differenzata, bandiera identitaria della destra e potenzialmente pericolosa per quel che resta della sanità pubblica.

Anche la politica locale è presente all’ assemblea e parla con la voce del Presidente del XII municipio; Tomassetti non nasconde le criticità della sanità pubblica sul territorio, a cominciare dalla mancanza di presìdi per esempio a Massimina, e non nasconde il deludente comportamento della giunta Zingaretti sull’intera vicenda Forlanini. Su quest’ultimo aspetto ha molto da dire la Cgil del Lazio, molto attiva nel coordinamento: era riuscita a mettere in piedi un tavolo di confronto su un progetto di riuso dell’ex ospedale che prevedeva una RSA e una Casa della salute poi diventata Casa di comunità. Il progetto e gli impegni assunti non hanno avuto seguito .

Il futuro del Forlanini è più che mai incerto, ora è nelle mani della prossima Giunta. Quello che è certo è che la prossima amministrazione, di qualunque orientamento politico sia, dovrà fare i conti con questa che resta una ferita aperta. E con la decisione del Coordinamento di non rinunciare alla battaglia. Insomma, non finisce qui.

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