Ponte Malnome e il paradosso dell’ordinanza che (forse) l’Ama non vedrà mai

C’é un aspetto paradossale nell’ordinanza per la chiusura della trasferenza temporanea dell’indifferenziata a Ponte Malnome, approvata praticamente all’unanimità- unico dissidente un consigliere grillino- dopo un dibattito dominato dalle più che documentate accuse all’Ama che non rispetta gli impegni.

E il paradosso é che l’ordinanza non ha, non potrà avere alcun seguito, come riconosce la stessa assessora. L’inadempiente municipalizzata che doveva individuare siti alternativi, é in tutt’altre faccende affacendata, e non si sa nemmeno se la data del 20 gennaio, prevista per la chiusura della trasferenza temporanea, sarà a sua volta prorogata. Patrizia Di Luigi, presidente della commissione Malagrotta di Via Fabiola e prima firmataria dell’ordinanza fortemente voluta dalla maggioranza a 5 stelle ma sostenuta da tutti i gruppi, lo ha chiesto alla Regione ma finora non ha avuto risposte. E, non bastasse, la Conferenza dei servizi ha approvato nei giorni scorsi un nuovo impianto per l’umido a Casal Selce, non lontano da Ponte Malnome.

Ora, l’umido non é l’indifferenziata, ma l’impianto insisterà su un territorio già saturo e già con 5 impianti a grave rischio di incidente rilevante. Intanto continua l’andirivieni dei camion . Arrrivano di notte

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carichi di rifiuti, ripartono al mattino verso l’Abruzzo che ha accettato di prendersi la spazzatura romana. 250 tonnellate al giorno, all’ inizio erano 800. E si capisce la rabbia degli abitanti- di quella zona e non solo- e la volontà di fare comunque qualcosa. Fosse pure un’ordinanza di cui l’Ama non terrà conto.

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