Quando, per il Campidoglio, il verde è diventato il nemico pubblico numero 1?

Raffaella Leone

La conferenza stampa era autorizzata, l’assembramento era legale (almeno fino a quando non entrerà in vigore il nuovo Codice della sicurezza in discussione alla Camera) i presenti questa volta non hanno rischiato di essere identificati dalla polizia come è successo alle cittadine e cittadini scesi in piazza a Viale Europa per protestare contro l’ennesimo abbattimento di alberi. Quasi contemporaneamente il presidente della commissione trasparenza capitolina, Federico Rocca, in diretta streaming si augurava che la Giunta lasci cadere le segnalazioni per i fatti di Viale Europa e non proceda con i provvedimenti giudiziari che comporterebbero le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Qualcosa non ha funzionato nella comunicazione, ammette Federico Rocca, ma anche questi manifestanti che irrompono in un’area di cantiere, e che diamine, c’è modo e modo di protestare…

Se lo segni la giornalista di Rete 4 che stava semplicemente facendo il suo lavoro. Era presente alla conferenza in piazzale dei 4 Venti, a portare la sua testimonianza e la sua preoccupazione per quello che sta accadendo al verde pubblico romano, durante la conferenza stampa del 23 maggio, conferenza promossa da diverse associazioni ambientaliste e animata dall’instancabile Maria Elena Carosella. Il fatto è che gli abbattimenti non si fermano, nonostante siano contro la Costituzione- e l’avvocata Francesca Curatola – presidente del Comitato Tam, anche lei in streaming dalla commissione trasparenza del Campidoglio cita i relativi articoli- e siano contro una legge europea recepita dall’Italia e contro lo stesso Regolamento del verde varato dal Campidoglio che vieta- tranne emergenze- gli abbattimenti in periodo di nidificazione, tanto è vero che si è mossa anche la Lipu (Lega italiana protezione uccelli) per sorvegliare che le motoseghe non producessero altri cadaveri. Altri, perché ormai è entrata nella percezione comune e non solo degli ambientalisti ‘radicali’, che ogni albero è un essere vivente, che invecchia sì come invecchiamo noi, ma con i tempi che gli sono propri e che il più delle volte non coincidono con i tempi degli umani.

C’è un’animosità- pacata- negli interventi che si susseguono, nei confronti di una Giunta e di una assessora, Sabrina Alfonsi, che ha promesso dialogo e trasparenza e invece non ascolta i cittadini e spesso non comunica se non a motoseghe già in azione, i dove, i come e i perché. Non sono bastate diffide, accessi agli atti (del resto caduti nel vuoto), ricorsi- bocciato dal Tar quello di un eclettico gruppo ambientalista) appelli, pareri di illustri dottori forestali e anche di un gruppo di giuristi, per almeno interrompere quello che senza mezzi termini viene chiamato scempio. E si consolida il sospetto che più che il bene pubblico ai promotori degli abbattimenti stia a cuore qualche interesse privato, non escluso quello delle ditte che hanno vinto l’appalto.

Ma “il dipartimento dell’ambiente sta lavorando bene”, assicura in commissione trasparenza capitolina Valerio Barletta, delegato a intervenire. E snocciola numeri: a fronte di 13 mila alberi abbattuti ne sono stati ripiantumati 31 mila. Poco importa, evidentemente, che questo non sia il periodo adatto, e che i giovani alberi richiedano cure e inaffiamenti costanti che il servizio giardini non è in grado di assicurare per carenza di personale e di risorse. Considerata la situazione, si coglie un certo pessimismo sul futuro. Quella che non sembra vacillare è invece la determinazione ad andare avanti fino a costringere le amministrazioni- e non solo quella di Roma- a invertire la rotta o per lo meno a confrontarsi e ascoltare davvero il parere di chi vive nelle zone interessate, ne respira l’aria e vorrebbe continuare a farlo senza soffocare di caldo.

2 thoughts on “Quando, per il Campidoglio, il verde è diventato il nemico pubblico numero 1?

  • 24 Maggio 2025 in 09:40
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    Sono estremamente preoccupata anche per questa furia devastatrice del parco urbano diffuso. Ho letto anche di esperti che non concordano con le ipotesi di “malattia” degli alberi e il loro abbattimento, nonché sul periodo che è di nidificazione e metereologico, prossimo all’estate. E trovo assurdo criminalizzare le persone che inascoltate reagiscono, in altri paesi ci si incatena o si sale sugli alberi. Non nascondo che ogni mattina ho paura di sentire le motoseghe in azione visto che nel viale dove abito ci sono dei tigli, e non solo, meravigliosi che donano ombra e sono un ristoro anche per lo sguardo. Basta con questo scempio !!!

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  • 24 Maggio 2025 in 14:59
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    Brava, molto chiaro e preciso.

    Risposta

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