‘ Sbagliato , con l’epidemia in corso, non riutilizzare a scopi sociosanitari i grandi ospedali chiusi’
di Elena Pierro
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Il Comitato Per i Beni Comuni Roma 12,sabato 20 febbraio ha tenuto il primo di una serie di incontri on line che intende organizzare per riprendere i contatti con il territorio, dedicandolo alla ”Salute Bene Comune”
L’ argomento ”Covid e dintorni-le buone pratiche” è stato pensato per chiarire e dare consigli sui molti problemi relativi alla pandemia grazie all’aiuto di esperti del campo medico.
Introduce l’incontro Luisa Stendardi che fa una breve storia del Comitato nato nel2010 a sostegno della campagna referendaria “due SI per l’acqua pubblica”e che continua il suo impegno per la destinazione pubblica dell ex
Ospedale Forlanini ed ora per la” salute bene comune”.
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Chi scrive aggiunge alcune considerazioni sulla chiusura e il non riutilizzo pubblico a scopi socio sanitari dei grandi complessi Ospedalieri della Capitale e su quanto questo incida sulla attuale emergenza, sui disagi derivati dall’ istituzione di Centri Covid e il relativo spostamento di interi reparti e infine sulla mancanza di una comunicazione diretta anche sulla attuale campagna vaccinale.
Il primo intervento-le interferenze Covid 19 con le patologie cardiache- è del Dottor Sandro Petrolati( responsabile UOSD ,cardiologo Ospedale San Camillo) che ricorda che siamo ad un anno esatto dall’inizio della pandemia e riferisce che in base ai dati dell ISS aggiornati al 27 gennaio 2021 la maggiore incidenza dei problemi cardiaci si è verificata nella prima fase della pandemia con una ripresa significativa a ottobre/novembre e che l’aumento di cardiopatie nei soggetti fragili colpiti da COVID 19 è stato del 46%.
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Spiega inoltre i meccanismi che permettono al virus tramite i recettori delle cellule di raggiungere le vie aeree provocando forti crisi respiratorie ,mentre sembra meno diffusa l ‘informazione che attraverso i vasi sanguigni vada a colpire anche cervello, sistema nervoso e cuore provocando un forte stress infiammatorio.
Quello che è avvenuto e si cerca di scongiurare è la sottovalutazione di segnali, quali dolori al petto ,palpitazioni o altro, in pazienti che non presentino i sintomi ‘classici’ della malattia da coronavirus (febbre,dolori,tosse ecc.) o peggio ancora il rifiuto a ricorrere alle strutture ospedaliere per paura del contagio perché questo ha già provocato un aumento delle malattie cardiache quali ad esempio le miocarditi.
A livello organizzativo, per aumentare la sicurezza, la Cardiologia del San Camillo si è dotata di più di cinquanta apparecchiature che permettono l’ immissione dei dati direttamente in rete.
La pandemia non va sottovalutata e e l unica grande difesa è la vaccinazione collettiva e con qualsiasi tipo di vaccino in uso perché i ritardi negli interventi lasciano spazio al moltiplicarsi delle varianti ,come avvenuto in Gran Bretagna ,Brasile e Africa.
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Il secondo intervento-le buone pratiche -è della della Dottoressa Francesca .Perri ( Dirigente medico ARES 118 Lazio) che informa sulle USCAR,attive nella Regione Lazio da fine aprile del 2020 e ricorda quanto la loro istituzione sia indispensabile per evitare contagi e ulteriori perdite di personale medico come nella Fase 1.La loro funzione di unico mezzo utilizzabile per raggiungere i malati Covid e la necessità di un’accurata igienizzazione rende fondamentale aumentarne il numero ma anche dotarle di ulteriore personale sanitario e di strumentazioni diagnostiche adeguate.
Molti sono anche i suggerimenti sulle terapie attualmente prescritte negli interventi a livello domiciliare ,frutto della sua esperienza nel campo emergenziale del primo soccorso Attualmente si è compreso che la Tachipirina non è sufficiente, mentre la somministrazione di antiinfiammatorii ,antibiotici, eparina e cortisone vanno calibrate in base alle necessità.
La raccomandazione è quella di ricordarsi che il sistema immunitario è una dotazione “personale” ,non solo e non sempre legata all ‘età anagrafica e quindi ad applicare tutti le precauzioni raccomandate.
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Chiude gli interventi il Dottor Paolo Marotta(specialista in Geriatria, medico di Medicina Generale ),che fa il punto della situazione sui problemi emersi durante la gestione della pandemia nel suo complesso e mette inevidenza anche i diversi comportamenti, paure e dubbi della popolazione .Viene poi chiarito il ruolo del medico di base che, anche se attualmente esentato dalle visite domiciliari deve comunque dotarsi di strumenti adeguati a comunicare con i pazienti E’ a lui che viene delegato il compito di valutarne attentamente i sintomi evitando inutili ricorsi al pronto soccorso o ricoveri immotivati, e la responsabilità di segnalarne le condizioni di salute generali, le eventuali patologie o altre fragilità.
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In merito ai vaccini e in risposta a una domanda sul problema dei migranti viene chiarito che i richiedenti asilo sono tutelati dalle diverse strutture del territorio (quali la comunità S. Egidio e il Centro Astalli) ma che in generale rappresentano un anello particolarmente fragile nella catena del piano vaccinale e che è indispensabile istituire per loro poli di assistenza con la presenza di mediatori culturali.
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Le domande degli intervenuti hanno comunque trovato i medici concordi nel raccomandare il controllo dei fattori predisponenti ad un aggravamento della malattia o delle patologie ad essa conseguenti. E importante ricordare che rientrano nelle fragilità ,ad esempio, anche il sovrappeso/obesità ,i problemi legati alla pressione arteriosa, ad un alimentazione carente di vitamine soprattutto C e D e ad una non adeguata attività all ‘aperto…E sopra ogni cosa, vaccinarsi!
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Restano comunque molto sentiti i problemi riguardanti le strutture sanitarie pubbliche del nostro municipio e su questi temi potremmo anche tornare a confrontarci.