La giungla del 118: ‘Un servizio da riorganizzare’

Intervista a Francesca Perri, Responsabile Sanità per Risorgimento Socialista

In un tuo recente post dichiaratamente polemico denunci l’esclusione degli operatori del 118 dal tavolo di discussione aperto sul Decreto Ministeriale n 71 per riformare appunto il Sistema 118. Chi partecipa a questo tavolo?

1)È un Tavolo che è partito in sordina, con Società Scientifiche che sono Ospedaliere, ma che pretenderebbero di governare il sistema Emergenza territoriale, e c’è pure un unico interlocutore del sistema Emergenza rappresentato dall’Areu Lombardia, la cui efficienza è stata messa in discussione di recente da vari sindaci della Regione Lombardia, proprio in occasione dell’epidemia. Lombardia capofila nel registrare la privatizzazione della Sanità Pubblica, che ha avuto più morti durante l’epidemia, rispetto al resto d’Italia! Lombardia che promuove il sistema 112, perché ci sono soldi europei!

2)C’è comunque bisogno di riorganizzare il soccorso di emergenza?

2)Si, c’è bisogno di organizzare il Servizio 118 su base nazionale, con personale dipendente, perché attualmente è a macchia di leopardo, cioè in alcune regioni c’è personale dipendente e personale a convenzione, persino libero-professionisti, c’è personale che sta nelle croci private e che viene sottopagato e sfruttato, non rispettando nemmeno l’orario di lavoro, quello si imposto dall’Europa , di non più di 12 ore consecutive e con uno stacco di almeno 11 ore tra un turno e l’altro, mentre nelle Croci private, il personale fa anche 24 ore di seguito! Non solo, bisogna organizzare il Servizio in base ai bisogni della popolazione, noi come SIS 118, che è la Società Scientifica di cui faccio parte e di cui sono vicepresidente area centro Italia, riteniamo che ci debba essere una macchina medicalizzata ogni 60.000 abitanti! Io ad esempio sto in un territorio, quello del XIV MUNICIPIO, che fa 170.000 abitanti e spesso vengo utilizzata e mandata anche in altri Municipi, perché non ci sono sufficienti medici.

3) Scrivi che l’ Europa ‘non ha imposto l’obbligo del numero unico dell’emergenza ai paesi che avevano già una Centrale Sanitaria funzionante ma evidentemente ci sono in gioco tante cose non dette che hanno fatto fare una scelta diversa.’ E’ un passaggio oscuro, che cosa vuol dire?

3) Sì è un passaggio delicato, nel senso che l’Europa aveva chiesto a tutti i paesi di allinearsi creando il numero unico dell’Emergenza, ossia il 112, facendo quindi una Centrale Unica, un po’ come il 911 negli Stati Uniti, peccato che negli Usa funziona da 40 anni ed è rodato oltre che completamente diverso.
Qui, si è creato un altro carrozzone inutile, per dare poltrone, e per prendere i soldi che l’Europa ha messo a disposizione per fare questa Centrale Unica dell’Emergenza. Ma l’Europa non ha imposto il 112 , per quei paesi che avevano già una Centrale Sanitaria funzionante, tanto è vero che in Francia e in Spagna , la Centrale di soccorso Sanitaria è rimasta.

4) Quanto incide il lavoro dei volontari sul servizio pubblico di emergenza? E come eventualmente andrebbe riorganizzato?
4) Sul problema del volontariato, è un tema scottante, perché molte Regioni, la Toscana in primis, usano i volontari per risparmiare! Quello è lo scopo, però le varie Misericordie, le varie Croci, percepiscono comunque dei soldi che vanno sotto la voce di rimborso spese e non sono rimborsi da niente, quindi i titolari di queste Croci, comunque ci guadagnano e addirittura alcune sono persino Onlus , sfruttando il personale , che si deve pagare pure le divise!

Insomma una vera e propria giungla, da risistemare come l’intero servizio.

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