La confusione è grande sotto il cielo del Forlanini
Le certezze. 1) ilTar ha repinto il ricorso dei dirigenti e dipendenti della Regione che non vogliono trasferirsi nella nuova costosissima sede-16 milioni di euro- in mezzo al nulla dell’Anagnina e ha sentenziato che il traferimento nel palazzone dell’Anagnina, stando alla ricostruzione del quotidiano online affaritaitaliani.it andrebbe bene come soluzione temporanea in attesa del piano di riconversione dell’ospedale stesso; 2) questo piano di riconversione non c’è, a quanto si sa c’è solo un generico impegno ad una non meglio specificata riconversione o riqualificazione del Forlanini, per ora avvolta nel mistero. Il piano di investimenti da 50 milioni varato a giugno stanzia 3 milioni per adibire una delle palazzine dell’ enorme complesso a caserma dei carabinieri: lo si era già deciso da anni, solo in questi giorni sono cominciati i lavori di adeguamento. Dell’intero ospedale -questione pluridecennale finora irrisolta- che cosa si intende fare? Quale sanità regionale Zingaretti vuole rilanciare, la sanità pubblica?
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Qui c’è il primo grosso interrogativo. Già per gestire l’emergenza coronavirus La Pisana ha fatto massicciamente ricorso ai privati, ignorando tutti gli appelli- quello che ha fatto più rumore è dell’ ex primario di chirurgia toracica del Forlanini Martelli, da anni fautore del recupero del complesso- mentre si sa che prima o poi arriveranno i sostanziosi aiuti europei post emergenza covid.
A questo punto viene da chiedersi come La Pisana intenda spendere i fondi in arrivo. Per ridare al Forlanini una funzione socio-sanitaria -magari realizzando almeno alcune delle molte proposte presentate da comitati e cittadini mobilitati a difesa dell’ospedale- oppure sprecherà l’ennesima occasione di utilizzare al meglio un bene pubblico? Viene in mente il famoso detto di Andreotti:” a pensar male si fa peccato ma si indovina quasi sempre”. Quasi….
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