Tutto come previsto e c’è anche la Polizia ad assistere all’abbattimento degli olmi di via Ozanam

Raffaella Leone

Tutto come previsto e ampiamente annunciato: la tabella di marcia che prevede l’abbattimento dei primi 14 olmi di via Ozanam procede: 10 saranno segati in questo bel sabato di sole, i restanti 4-via Catel- il giorno successivo. Due squadre in contemporanea, una a scendere da via Fabiola l’altra a salire da Donna Olimpia. Ad assistere-su e giù per via Ozanam ci sono praticamente tutti: un funzionario del Dipartimento tutela ambientale, che non vuole essere ripreso nè citato per nome, l’agronomo del Municipio, il titolare della ditta che per conto del Comune sta eseguendo i lavori, gli addetti a terra che lamentano di dover portare in discarica a proprie spese tutto il materiale tagliato (mi serve per la fioriera, chiede invano una signora infiltratasi nella ‘zona rossa’ e per questo molto rimproverata) ,i combattivi membri del Comitato per la tutela dei grandi alberi di Monteverde, che nonostante questa sconfitta non hanno intenzione di deporre le armi, e c’è la giunta municipale con il presidente Tomassetti.

La questione/motivazione è la sicurezza, sottolineata al punto che è presente la Polizia di Stato inviata dalla questura di via Cavallotti: non solo dunque la polizia municipale, come sarebbe normale in queste circostanze. ‘A noi ci hanno comandato’, mi dicono i due giovanissimi poliziotti che hanno l’aria di chiedersi a loro volta che ci faccio qui? La loro presenza trasforma comunque il previsto abbattimento di 14 olmi in un problema di ordine pubblico.

Che ci sia un problema di sicurezza nessuno mette in dubbio. Che questo problema di sicurezza sia talmente esteso da richiedere l’abbattimento di tutta l’alberatura di via Ozanam non solo non è dimostrato, ma in più andrebbe dimostrato con accertamenti strumentali. ‘Basta con questa storia delle perizie strumentali, gli alberi di città sono sottoposti a molti stress, questi di via Ozanam sono anziani, e come tutti gli esseri viventi mostrano i segni del tempo’, taglia corto il funzionario del dipartimento capitolino, protetto nell’anonimato dalla legge sulla privacy- E aggiunge ‘Glielo spiego con un esempio: i rami del primo olmo tagliato hanno danneggiato il tetto della chiesa di Via Abate Ugone, girato l’angolo; sono caduti pezzi di tegole sul marciapiede, e menomale che in quel momento non passava nessuno.’ E poi ‘gli operatori che stanno nei gabbiotti in cima alle gru fanno questo lavoro da anni, sanno dove e cosa tagliare’. Ipse dixit, parola sua.

Tra i non moltissimi ,per la verità, passanti che si sono fermati ad osservare i lavori nei commenti prevale la soddisfazione: era ora- si sente dire- almeno questa volta non hanno aspettato il morto. Poco conta, evidentemente, che senza l’ombra degli alberi i marciapiedi diventeranno roventi, che il morto che’ ci è scappato’ è dovuto alla mancata manutenzione del verde verticale, di competenza comunale, e nemmeno che chi camminerà o si fermerà sulla via respirerà tutte le polveri sottili e gli agenti inquinanti non più filtrati dai grandi alberi.

Non andrà così, assicura il presidente Tomassetti: ‘ stiamo monitorando e vigilando che il lavoro sia fatto nel pieno rispetto delle direttive degli uffici, questo intervento per ora è slegato dall’intervento di rifacimento dei marciapiedi, mi pare che i cittadini- aldilà di alcuni gruppi che hanno delle perizie che presenteranno all’amministrazione- stanno apprezzando l’intervento in quanto si tratta proprio della messa in sicurezza. Come a via Bruzzesi, noi lavoreremo per la ripiantumazione quanto prima di tutte le essenze arboree perchè la presenza di alberi nelle strade delle città è fondamentale’.

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