Centinaia di passeggini per i bimbi ucraini, la risposta dei romani all’appello della Comunità di sant’Egidio

Raffaella Leone

Il tam tam è risuonato per un paio di giorni su molti siti del nostro quartiere: la comunità di sant’Egidio chiede passeggini da spedire in Ucraina, sabato 19 marzo raccolta straordinaria, eccezionalmente prolungata anche nel pomeriggio prefestivo. Ed eccezionale è stata la risposta: nella sola mattinata la raccolta ha fruttato centinaia di passeggini, accatastati fin quasi al soffitto nella stanza-deposito della cittàecosolidale, in via del Porto fluviale 2, vicino alla stazione Ostiense.

‘Saranno 250-300 passeggini’ , mi dice Giacomo Sinibaldi che ha il compito oggi veramente arduo di far scorrere la fila di macchine dei tanti romani che hanno risposto all’appello della Comunità . Claudia e Vincenzo hanno saputo della raccolta da un messaggio su whatsapp, ne hanno comperato uno, consegnato ancora imballato nella sua confezione, e ora sono qui a chiedere che cos’altro può esssere utile.

Nell’ampio spiazzo della Città è un continuo via vai di persone. Hanno portato di tutto, anche i giocattoli che forse aiuteranno i bambini a distrarsi per un pò e non pensare a questa assurda guerra voluta da Putin, nei fatti diventato l’aggressore, quali che siano le ragioni che adduce.

‘La richiesta è arrivata dalla nostra sede di Kiev’ – mi spiega Cristina Torrini, responsabile della comunità di sant’Egidio per questa iniziativa e costantemente in contatto con il personale ucraino della Comunità. ‘I nostri operatori sono ancora là, sono attivi, in questi giorni assistono soprattutto gli anziani che sono rimasti soli, e i bambini. E manderemo alimenti per la prima infanzia, insieme al resto’.

Il resto si accumula per ora nelle borse svuotate o depositate intatte nello spiazzo. Tutto verrà sanificato, il camion partirà martedì per Leopoli, depositando man mano gli aiuti nelle città dove la Comunità ha le sedi ancora aperte. E’ un viaggio pericoloso, attraverso territori che da un momento all’altro possono essere colpiti da razzi- quelli usati recentemente dai russi sono di ultima generazione- e comunque in territori devastati anche economicamente.

La Comunità di sant’Egidio per l’emergenza Ucraina ha messo in campo tutta la sua potenza, continuando però a gestire la sua attività ordinaria, divisa per i giorni della settimana tra mattina e pomeriggio: raccolta delle donazioni e mercato ecosolidale (tutte le informazioni alla pagina facebook https://www.santegidio.org/pageID/30160/langID/it/ECOSOLIDARIET%C3%80.htm ).

Una parte degli aiuti depositati in un angolo dello spiazzo è destinata alle famiglie italiane in difficoltà. ‘Certo, aiutare un profugo a compilare un certificato è utile, ma lo è altrettanto provvedere ai bisogni dei tanti poveri, che sono aumentati a dismisura durante la pandemia’-dice Marco, ideatore insieme a due colleghe del reparto vintage del mercato ecolosolidale. ‘Spesso si vergognano di chiedere, la loro è una richiesta silenziosa ma altrettanto forte’. Lui, fervente cattolico, si ingegna per far entrare nella quotidianità di chi ha perso tutto, quella piccola cosa che può alleviare temporaneamente la cupezza. Che sia un giocatolo, o un dolcetto, o un regalo inaspettato. E non fa differenza che siano destinati a un profugo o al povero che vive vicino a noi.

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