Quattro anni senza Giulio

C’erano anche tanti ragazzi, testimoni di una società non anestetizzata, al sit in- organizzato da Amnesty e a cui si sono unite molte associazioni ,quest’anno spostato davanti al Pantheon- per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni, il ricercatore universitario friulano torturato e ucciso nella capitale egiziana quattro anni fa. Alle 19,41- ora del Cairo- un minuto di silenzio ha ricordato l’ultima volta che Giulio é stato visto vivo, ripreso dalle telecamere di sorveglianza della metropolitana. Quel giorno la città era blindata, ricorreva l’anniversario della destituzione di Mubarak, agenti e militari in ogni angolo. Eppure, o forse proprio per questo, Giulio é scomparso, inghiottito dalla feroce repressione delle autorità egiziane, dice Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty Italia. Dà atto alla Procura di Roma di aver fatto il proprio dovere fino in fondo e di continuare a scontrarsi con quel muro di depistaggi e coperture che fin dall’inizio pesa sulla scomparsa di Giulio.

Ucciso da chi e per ordine di chi? Se c’é uno Stato che deve darla, la verità, é l’Egitto, se c’é uno Stato che deve chiederla é l’Italia, dice Noury. Invece, nell’agosto di due anni fa l’Italia ha rimandato un ambasciatore al Cairo, le relazioni internazionali sono riprese così come i rapporti commerciali, negli incontri bilaterali la vicenda di Giulio é marginale, una tra le tante. In questi anni quattro governi italiani- osserva Noury, non hanno saputo o più probabilmente voluto chiedere la verità e attraverso questa la giustizia. In nome dei buoni rapporti , convinti che la verità si possa avere a costo zero, come fosse un favore.Una strategìa fallimentare, osserva Noury, forse aspettano di passare dal tempo delle campagne di mobilitazione al tempo delle commemorazioni. Amnesty non cederà, come non cedono Paola e Claudio, i genitori di Giulio che da Fiumicello, la città della famiglia, hanno indirizzato un messaggio a tutte le piazza italiane iluminate dalle fiaccole. Ringraziano per l’appoggio e il sostegno ricevuti. E soprattutto ricordano a tutti che il 25 gennaio é un giorno importante per diritti umani. .

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