Non in mio nome: contro il Bambino Gesù al Forlanini manifestazione il 14 febbraio davanti all’ex ospedale

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Il governo della Repubblica Italiana e la Santa Sede dichiarano di aver individuato nell’area dell’ex ospedale Carlo Forlanini di Roma uno dei luoghi più idonei per la realizzazione della nuova sede” dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù perchè le strutture in cui è ubicato ora “in particolare la sede di sant’Onofrio non consentono nè ulteriori ampliamenti nè miglioramenti dell’offerta sanitaria o delle attività di ricerca”. E’ uno dei passaggi iniziali della Dichiarazione di intenti firmata ieri nella sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede dal Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano (nella foto a destra).

Più ufficiale di così non poteva essere, l’elenco dei presenti al lieto evento suscita persino un moto di simpatia per la sparuta rappresentanza vaticana- con il cardinale Parolin solo il direttore generale del Bambino Gesù Tiziano Onesti, succeduto a Mariella Enoc, grande fan dell’operazione- rispetto alla rappresentanza italiana composta dal ministro Schillaci, dal presidente della Regione Rocca, dal sindaco di Roma Gualtieri, da Fabrizio D’Ascenzo, commissario straordinario dell’Inail (ente pubblico destinato a un ruolo da protagonista se l’operazione andrà in porto), e, sorprendentemente,( secondo il solitamente beninformato quotidiano Il Tempo), anche dall’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Dario Scannapieco; il che-se confermato- aprirebbe un mondo di retroscena e supposizioni.

Perchè una cosa è chiara nel garbuglio di passaggi tecnici da capogiro elencati nella nota: l’indebitato e con l’acqua alla gola Stato Italiano paga al ricco Stato Vaticano la realizzazione del nuovo ospedale a spese dell’Inail, in cambio di un affitto annuale intorno ai 20 milioni annui (calcola Il Fatto Quodiano). Ma di cifre nero su bianco non c’è traccia, nella ‘storica’ Dichiarazione di intenti. E c’è un altro passaggio su cui la nota congiunta rimanda a future trattative: il Bambino Gesù è un ospedale di proprietà di uno Stato estero, gode dell’extraterritorialità prevista per il Vaticano dal Trattato Lateranense. Se l’extraterritorialità si deve estendere all’ex Forlanini, i Patti Lateranensi vanno modificati. Ma, e qui si comprende come l’operazione sia ben studiata( è «stata oggetto di un comune lavoro che è durato un anno», parola di Mantovano) a differenza dei trattati internazionali i Patti Lateranensi possono essere modificati col procedimento ordinario, nel caso ci sia mutuo consenso fra Stato e Chiesa (fonte wikipedia) , non serve un procedimento di revisione costituzionale. Sono già in corso queste trattative a cui accenna la nota congiunta? Quasi certamente sì. Ne sapremo mai qualcosa? Quasi certamente no.

La foto dei protagonisti è del quotidiano ll Tempo

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