“Gli alberi sono una proprietà di tutti, serve una vigilanza stretta contro gli abbattimenti”

Raffaella Leone

La prima riunione ufficiale del Comitato per la tutela dei grandi alberi di Monteverde-Comitato TAM (Tutela Alberi Monteverde ) nella versione sintetica- avviene in sfida al maltempo e al caso avverso (via Ozanam chiusa per una voragine ). La saletta dell’associazione La Tela è gremita, molti sono volti noti, a cominciare da Maria Elena Carosella e Francesca Curatola, ambedue anima e mente del comitato, e da Giorgio Osti, del Coordinamento del regolamento del verde di Roma, membro della commissione ambiente capitolina, da sempre schierato a sostegno del Comitato. Ci sono anche Maria Cristina Lattanzi, della sezione romana di Italia Nostra, e esponenti di vari comitati di quartiere, compresa Villa Sciarra che non perderà – questa è la buona notizia- la scenografica galleria del verde che la caratterizza.

Di buone notizie non ne emergono molte, del resto lo stato delle cose parla chiaro: neanche il tempo di far raffreddare il motore dopo gli abbattimenti già operati, e la macchina è già pronta a rimettersi in moto. Comprensibile, quindi, che prevalga l’allarme ,secondo qualcun* anche esagerato ‘(se li abbattono ci sarà pure un motivo’) . Qua e là affiora anche una specie di pessimismo disfattista (‘c’è tutto un giro di interessi privati e oscuri, hanno i soldi del Pnrr, faranno una strage’) rintuzzato da chi modera il dibattito (‘con accuse generiche e non documentate non si va da nessuna parte’).

C’è un doppio problema, e lo riassume bene Giorgio Osti: manca l’informazione in generale, e manca in particolare la comunicazione con coloro che decidono, sia a Palazzo Senatorio che in via Fabiola. Così, tra i rimpalli burocratici, si perdono informazioni utili a far maturare la consapevolezza del danno che un abbattimento scriteriato comporta , per la salute prima ancora che per l’ambiente. “Trecento persone l’anno moriranno a causa dell’inquinamento, è statisticamente attestato, mi dispiace per la signora morta a via di Donna Olimpia (uccisa dal crollo di un albero più volte segnalato e non correttamente periziato, ndr) ma è un problema 300 volte più forte. Voi dovete chiedere ai vostri amministratori che il dialogo inizi, o quanto meno di essere informati affinchè si possa instaurare un confronto, perchè noi siamo i proprietari degli alberi. Devono avvertire preventivamente tutte le volte che hanno in programma potature o abbattimenti, lo prevede il Regolamento del verde.” L’accordo-quadro prevede anche la sostituzione dell’albero abbattuto. ” A Roma hanno abbattuto circa 18mila alberi, e ne hanno sostituiti 2400, sono dati del dipartimento tutela ambientale”. Osti insiste sul rapporto con gli amministratori locali: ” Il messaggio è quello di non dare tregua localmente agli amministratori,. E’ vero che hanno poteri limitati, quello che avviene viene stabilito dai funzionari del dipartimento tutela ambientale, ma va completamente ribaltato il discorso: se un condominio deve avere il consenso di tutti i condomini per abbattere un albero, questa regola vale il doppio per il Comune.”

Inquadra il problema da un angolo diverso Maria Cristina Lattanzi, esponente di Italia Nostra sezione di Roma. L’attenzione in questo caso è puntata sul ruolo della Sovrintendenza ai beni artistici e culturali, sotto la cui competenza ricadono anche le alberate storiche. Lattanzi va subito al cuore della questione: la Sovrintendenza, che per legge deve intervenire, “non ha né le forze, le risorse di personale, perchè è oberata di richieste, né a volte ha le competenze specifiche.” Cita il caso di Villa Massimo – una pineta “ridotta al lumicino”, dove la sovrintendente voleva addirittura ripiantumare delle querce ( e Italia Nostra è riuscita a bloccare il progetto) e fa l’esempio di Casalpalocco, dove l’associazione ha fatto revocare in auto-tutela” il parere che si presumeva dato in silenzio-assenso per abbattere 64 pini ” non perchè fossero malati ma perchè chi sa mai, magari per fare la strada venivano giù”. Italia Nostra in questa occasione ha più e più volte fatto presente che” ci sono metodologìe per cui si può intervenire sulle radici superficiali, che si possono trattare con protocolli ad hoc, fatti bene, per non far più affiorare le radici.”

E forse un protocollo ad hoc potrebbe salvare gli olmi di via Ozanam sopravvissuti alla prima ondata di abbattimenti ma ora condannati a morte dal progetto di rifacimento dei marciapiedi. Sarebbe utile studiare da vicino questo progetto, ma il cosiddetto accesso agli atti per i cittadini è un calvario burocratico. “E’ molto più semplice se a chiederlo è un consigliere municipale”, osserva Mariangela Pierro, forte dell’esperienza accumulata con la battaglia per il Forlanini. Chi sa se a via Fabiola qualcuno darà seguito a questo spunto, certo è che l’unico consigliere municipale presente all’incontro era Alessandro Galletti, ora in Forza Italia. E’ rimasto quasi fino all’ultimo, fermo sulla soglia anche quando nella saletta si erano liberati posti a sedere.

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