QUI Monteverde

Il centro (di aggregazione) che manca a Monteverde

Raffaella Leone

Il quartiere Monteverde-vecchio e nuovo- non ha un centro di aggregazione giovanile. D’altra parte aprire un centro di aggregazione giovanile è un’ardua ‘impresa, richiede una capacità fuori dal comune di navigare tra Scilla e Cariddi senza schiantarsi sugli scogli dell’onnipresente burocrazia. Questo, riassumendo all’osso- è quanto è venuto fuori dal primo incontro promosso via social da Marta Paloscia, monteverdina e logopedista che può ben dirsi soddisfatta dell’invito lanciato tramite una chat creata per l’occasione e postata sulla pagina di Monteverde Vera. Il primo incontro è andato avanti fino a sera, affollato di mamme, qualche papà e qualche giovane futuro destinatario del Cag (acronimo corretto ma decisamente brutto). Ci si saluta con la promessa di rincontrarsi e di mettere in chat gli aggiornamenti.

Molte delle mamme presenti intorno al lungo tavolo preparato nel retro della stazione Quattro Venti fanno volontariato in associazioni importanti, ma tutte insistono: siamo qui come semplici cittadine, preoccupate del futuro, ma anche del presente, dei nostri figli. “La cosa importante sarebbe creare degli spazi sociali per i ragazzi- osserva Eugenia- per loro il presente diventa un rischio perché non hanno luoghi dove possano incontrarsi e confrontarsi tra loro”. Del resto l’invito ad incontrarsi rivolto da Marta Paloscia alle persone interessate a dar vita ‘ad un centro di aggregazione giovanile nel nostro quartiere, con riguardo ai preadolescenti e agli adolescenti in particolare’ partiva proprio dalla constatazione che’ il punto di riferimento più vicino è a Trastevere, (centro gestito dall’Arci, Via della Penitenza). Qui non esistono spazi pubblici destinati al sostegno alla crescita e al benessere delle ragazze e dei ragazzi.’

Ascoltata con molta attenzione anche quando si addentra nel campo strettamente tecnico, l’assessora alle politiche giovanili e alle politiche scolastiche Maria Stella Squillace Lista Civica) illustra il lavoro fatto in municipio per rendere fruibili alla comunità spazi che sono o diventeranno presto pubblici. Lavoro non sempre ‘in vetrina’, ma importante, anche nella prospettiva dei centri di aggregazione giovanile, a cominciare proprio dal centro previsto a Via Longhena 84- che ora ha un finanziamento per la ristrutturazione salito a 500mila euro e si potrà mettere a bando nel 2024- passando per il censimento dei luoghi, da recuperare o già recuperati, che potrebbero essere utilizzati per attività sociali, per finire con quel vero e proprio incubo amministrativo/burocratico che è stato la Casetta Garibaldina , finalmente tornata pienamente nella disponibilità del municipio e ora si aspetta la Conferenza dei servizi per far partire il bando.

La scommessa sta nel sottomettere il pessimismo della ragione all’ottimismo della volontà.

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