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I prigionieri dell’ex cinodromo di Ponte Marconi

Raffaella Leone

Non sembra il momento giusto per preoccuparsi delle condizioni dei due canili municipali di Roma, la Muratella e l’ex cinodromo di Ponte Marconi. Invece lo è, il momento giusto, per le ragazze e i ragazzi di Acrobax e Io Me Ne Occupo, centri di aggregazione particolarmente attenti alle condizioni di vita del ‘vivente non umano’, definizione coniata a suo tempo dal leader dell’allora Pci Pietro Ingrao.

‘Sono bravi ragazzi, non pericolosi sovversivi, mi dicono sorridendo gli uomini del presidio del Corpo speciale della Guardia di finanza (polizia tributaria ma anche, quando serve, compiti di pubblica sicurezza) spediti sotto il Dipartimento ambiente del Comune a sorvegliare la manifestazione del 19 aprile scorso organizzata congiuntamente dai due centri di aggregazione.

Pericolosi sovversivi o no, certo non sono ben voluti in Campidoglio (nota a margine: il presidente della Commissione ambiente capitolina è il marito di Silvia Crescimanno, presidente della giunta del XII municipio) .Del resto quest* ragazz* da mesi, anzi da anni, vigilano sulle condizioni dei canili, accumulano denunce regolarmente cadute nel vuoto, richieste inascoltate, incontri negati . Cosi è stato anche il 19 aprile scorso in occasione del presidio organizzato congiuntamente dalle due organizzazioni per denunciare -riporto il comunicato di Acrobax– ‘ il grave sversamento che si produce all’interno di Acrobax, direttamente su una porzione di campo’.

Io Me Ne Occupo aggiunge particolari: Il canile di ponte Marconi non ha un sistema fognario funzionante, sversa liquami tossici per strada, anzi peggio, in un campo da rugby dove giocano bambini, il campo degli ALL Reds Rugby Roma e dello spazio sociale Acrobax . Una situazione denunciata da diverse settimane, specifica Acrobax, e aggiunge Per precauzione, abbiamo recintato l’area in modo da non avvicinarsi e rimanere impantanati nel liquame che proviene dal vicino canile che comunque non dovrebbe essere scaricato neanche in fogna. A causa di superficialità nei lavori effettuati sulla rete fognaria e nell’abbandono di alcune strutture nell’ansa del Tevere, una condotta ha iniziato a perdere.

Perchè intervenire, devono essersi chiesti in Comune, e certo non avranno apprezzato l’impietoso comunicato alla base della protesta: C’è un filo rosso che lega lo sversamento di liquami all interno di Acrobax ed il benessere animale, ed è l’incuria. Incuria che questa amministrazione dimostra di avere verso spazi collettivi, beni comuni, cittadinə, animali. Ad oggi il canile di Ponte Marconi è un posto dove il benessere degli animali ospitati non è garantito. Poche e pericolose aree di sgambamento, una struttura fatiscente ed inadeguata. Gabbie in cui i cani non vedono mai la luce, che affacciano a meno di un metro da un muro. Apatia, mancanza di stimoli, solitudine. Un canile inaccessibile (solo per appuntamento, se si è fortunati), pochissimi operatori e pochissime adozioni. Il poco che si muove è lasciato nelle mani del volontariato, molto spesso un piccolo esercito che sostiene lavoro gratuito.

Maria, volontaria ex dipendente della Muratella -licenziata quando il canile è passato nelle mani private della società Agro Aversano e rimasta per 9 mesi a lavorare gratis nella travagliata transizione del cambio appalto- è l’anima della protesta . I feroci tagli al personale hanno messo in ginocchio molte famiglie e abolito figure professionali essenziali per chi antepone il benessere degli animali al profitto.

‘ Il taglio sul numero del personale -mi dice accalorandosi- fa sì che chi lava le gabbie fa anche le adozioni e l’ educatore. Non ci sono figure specifiche e professionalizzate veramente. Per noi questo è sbagliato e incide sulla qualità del servizio e sull’ attenzione al benessere. Vedere i box puliti non basta assolutamente. Cioè non vuol dire che le cose vadano bene’.

Voci clamanti nel deserto, voci di visionari che pensano che sarebbe bello avere una visione del canile non come luogo unicamente di detenzione.
Con una seria ristrutturazione, con personale qualificato, con idee e progetti si potrebbe superare il concetto classico di canile e costruire un polo di adozioni, un centro di pet therapy e di attività assistite con gli animali, un luogo dove organizzare percorsi educativi per chi adotta e non solo. Un riferimento nel centro di Roma per tutti i cittadini e i loro amici a 4 zampe.

Chiamano alla mobilitazione perchè è arrivato il momento di rompere le gabbie fronte muro come è arrivato il momento di rompere il muro di una amministrazione buona per le passerelle, per i post su Facebook, per una comunicazione deviata che vorrebbe nascondere la vergogna che ha prodotto in 5 anni.

Il muro però in questo caso e non solo, è di gomma. J’arimbarza, direbbero i romani doc.

Le foto che illustrano il testo sono delle pagine facebook di Acrobax e Io Me Ne Occupo

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