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Corviale: una scuola ristrutturata resta chiusa alla ripresa delle lezioni post emergenza Covid

Si sono dati appuntamento alle dieci del mattino di fronte alla fitta cancellata che sbarra l’ingresso al Plesso di Via Mazzacurati nel quartiere Corviale. Sono attivisti del sindacato Cobas, del Comitato autoconvocati della Scuola, di Rifondazione comunista, genitori e insegnanti. Protestano per la mancata apertura del Plesso che era la scuola del famoso Serpentone, il modello alternativo di case popolari degli anni 70′, che ospitava nelle sue mura un mini ciclo scolastico: materne, elementari,medie

Per chi non è mai stato a Corviale, questa scuola è un vero spettacolo architettonico. Situata nel cuore del quartiere , a pochi passi dalla biblioteca , si presenta come un parallelepipedo : un grande rettangolo di acciaio e cemento dalle forme sinuose ed eleganti, circondato da un ampio giardino. Se fosse possibile ammirarlo senza la barriera della cancellata l’effetto sarebbe molto diverso: un edificio imponente che con le sue volute raccoglie luce, immerso nel verde. Invece oggi l’impressione è quella di un corpo ingabbiato, umiliato, privato del suo valore di esempio di un’architettura contemporanea . Perchè? Ce lo spiega Piero , un insegnante elementare in pensione , attivista del sindacato Cobas che ha seguito con molta attenzione le grandi e piccole difficoltà della riapertura delle scuole dopo sei mesi d’ininterrotta chiusura a causa della pandemia. “Questa scuola è una scuola ristrutturata bene, con un teatro per centocinquanta studenti, è una bella struttura, mancava solo una piccola tranche di finanziamento per l’aula multimediale che è ferma da quattro anni e il collaudo finale di tutta l’opera.Pensavamo che con l’emergenza Covid e la prossima riapertura delle scuole, il Comune, il Municipio XI si sarebbe attivato per rendere agibile l’edificio ad ospitare i bambini e i ragazzi e invece niente, si è arrivati al paradosso che sono stati consegnati i banchi per una scuola che non c’é”

Piero è chiamato confidenzialmente il “cacciatore d’aule” per quanto si è speso per le scuole di Monteverde dove risiede ” Abbiamo avuto due incontri con il Presidente della Commissione del dodicesimo Municipio che ci ha parlato di cantieri inesisitenti. La Crispi e la Bixio, elementari e medie, hanno infiltrazioni d’acqua in alcune aule non riparate, la scuola materna Margherita Hack ha lesioni sul soffitto. Insomma , molte aule sono inagibili per lavori mai iniziati e i bambini saranno costretti a turni e trasferimenti in altre sedi, anche parrocchiali.

Si improvvisa un amplificatore di fortuna e prende la parola Giulia Pezzella, insegnate precaria e attivista di Rifondazione comunista che mette l’accento sulla condizione dei cosidetti “contratti COVID” , con i quali sono stati reclutati con la legislazione di emergenza insegnanti precari per la durata di un anno che, in caso di sospensione delle attività didattiche in presenza, possono essere licenziati “per giusta causa” senza diritto ad alcun indennizzo, come l’assegno di disoccupazione. Una forte critica all’opera della ministra dell’istruzione Azzolina e del Governo arriva anche dagli altri interventi : non solo ci si è mossi tardi e male per reperire le aule, ma cosa ancora più grave non c’è stato l’auspicato superamento del decreto Gelmini sulle “classi pollaio” (27 alunni) con la possibiltà di deroga al numero massimo fino a 34 unità. In pratica non si è segnata la necessaria discontinuità con le politiche disastrose degli ultimi governi che hanno tagliato risorse e servizi alla scuola.

Verso mezzogiorno si raccolgono gli striscioni e l’assemblea si scioglie, prossimo appuntamento generale il 26 Settembre a Piazza del popolo per la manifestazione nazionale indetta dal movimento Priorità alla scuola, a cui hanno aderito anche i sindacati confederali. E’ un movimento che si è formato spontaneamente a Marzo , al tempo della chiusura, tra genitori, insegnanti e alunni con l’obiettivo di difendere la scuola e di riportarla al centro delle politiche nazionali. Contestualmente i manifestanti attraverso le loro organizzazioni chiederanno un incontro al Comune di Roma per la sorte del plesso Mazzacurati e per le scuole del dodicesimo Municipio in parte ancora inagibili.

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