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Corsera:Il neopresidente Onesti: «Il Bambino Gesù andrà nel vecchio Forlanini recuperato»

Raffaella Leone

E’ certo che la nuova sede sarà il vecchio Forlanini? «Sono tutti d’accordo che sia questa la sede. C’è un progetto di recupero che rientra in una visione futuristica dell’urbanistica. L’ospedale dei bambini sarà inserito in un ambiente a loro funzionale».

Il piano di trasferimento è stato messo nero su bianco in un accordo?
«No, abbiamo avuto un interlocuzione importante. L’ubicazione è secondaria dal momento che sono tutti consapevoli che non possiamo restare al Gianicolo, in spazi tanto ridotti». Ipotesi di investimento per il nuovo ospedale? «Non supererà i 450 milioni di euro».

Corriere della sera, pagine di Roma, sabato 8 aprile. Margherita de Bac – giornalista solitamente ‘informata dei fatti -‘ intervista il neo presidente del Bambino Gesù Tiziano Onesti. Si parla del più importante ospedale pediatrico d’Italia e della nuova fase che si è aperta all’inizio di aprile, quando Onesti è subentrato al posto di Mariella Enoc, che comunque gli resterà accanto come consulente. Una fase dalla gestione complessa – scrive la collega-che ruota attorno alla realizzazione di una sede più vasta e capace di contenere il patrimonio del maggiore ospedale pediatrico italiano. I conti sono più o meno a posto, compatibilmente con il fatto che il Bambino Gesù è integrato nel sistema sanitario nazionale.’ La proprietà è interamente nelle mani della Santa Sede. Il finanziamento viene soprattutto dallo Stato attraverso il riconoscimento delle prestazioni erogate, per circa 300 milioni all’anno, a cui vanno sommati la ricerca corrente e i grant competitivi nazionali e internazionali. Poi abbiamo sostegno dai donatori’, spiega Onesti alla de Bac. Poi arriva quella che sarebbe la notizia bomba, se non fosse che se ne parla da mesi e addirittura l’ex assessore alla sanità D’amato se l’era appuntata come un fiore all’occhiello in campagna elettorale. Un fiore avvelenato, visto com’è finita con il voto.

Questa volta è fatta? Non è detto, si sta parlando pur sempre del Forlanini, ovvero dell’esempio più chiaro e sconfortante dei danni che può fare la politica quando traccheggia o sbaglia direzione. Di veramente nuovo, ed è importante, c’è il fatto che questa volta c’è un conto più o meno esatto di quanto costerebbe rimettere in funzione l’intero ospedale ( un reparto ,medicina nucleare, è ancora attivo):’ Ipotesi di investimento per il nuovo ospedale? «Non supererà i 450 milioni di euro’, calcola Onesti. Ed è più meno la cifra che circolava anche alla Pisana Zingaretti regnante.

Detto questo, si torna nella nebbia che dal 2015- epoca della dismissione – grava sull’ospedale. Che cosa intende il neo presidente Onesti quando dice ‘Abbiamo avuto un’interlocuzione importante? Lui stesso poco prima ha spiegato che l’ospedale pediatrico è interamente della Santa Sede, ovvero dello Stato Vaticano, ovvero di uno Stato estero. Con chi ha ‘interloquito’ la direzione del Bambino Gesù? Se Onesti si riferisce ai mesi scorsi, è evidente che l’interlocutore è stato l’ex assessore D’Amato, ora in Campidoglio come capogruppo del Pd all’opposizione. Zingaretti -ora parlamentare di opposizione-quanto ne sapeva? Le tante candidature del Forlanini a sede di questo e quello, presentate dall’ex governatore piddino, sono tutte antecedenti, o sono successive, alle ‘interlocuzioni ‘di cui parla Onesti? E queste interlocuzioni sono in corso anche con la nuova Giunta di centro-destra? E i misteri non finiscono qui. Che cosa vuol dire :’L’ubicazione è secondaria’ ? Ci sono altre opzioni allo studio? E ancora: chi sono questi’ tutti d’accordo’ sulla scelta del Forlanini come nuova sede del Bambino Gesù? Solo qualche giorno fa, a fine marzo e sempre sulle pagine romane del Corsera ma stavolta in un semplice trafiletto, sempre Onesti aveva parlato di interlocuzioni con Governo, Regione e soggetti interessati ,indicando in quel caso la cifra di 400 milioni . Allora, come questa volta, nessun accenno ai tempi dell’eventuale trasferimento.

Ora, è comprensibile che su un’eventuale operazione di questa portata si voglia mantenere il riserbo. Però noi che viviamo fuori dai confini del Vaticano, vorremmo sapere perlomeno se è in corso un’interlocuzione oppure una vera e propria trattativa, e chi è seduto intorno al tavolo che deve ” trovare la quadra sul profilo economico e di sostenibilità'”. E’ una richiesta di trasparenza doverosa, tanto più se in ballo ci sono soldi pubblici. A meno che la Santa Sede non si accolli interamente l’onere dei 450 milioni ipotizzati.

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