QUI Monteverde

Come difendersi da truffe e raggiri. Per anziani e non solo…

Raffaella Leone

‘Prendete tempo e chiamate il 112, se al citofono uno sconosciuto insiste per farvi aprire il portone. E soprattutto non aprite la porta di casa agli sconosciuti.’ E’ chiarissimo nel dare indicazioni e consigli Agostino Pinca, comandante della stazione dei carabinieri di Monteverde Vecchio, a via Cosmo de Torres, protagonista insieme a un avvocato e a un capitano della stessa caserma dell’incontro – con tanto di brochure distribuita ai molti presenti- organizzato nella parrocchia di San Pancrazio dal nuovo parroco, Padre Angelo. Pinca ha alle spalle decenni di esperienza sul campo nella battaglia contro le truffe ‘itineranti’: quelle di chi ti ferma per strada, quando magari sei distratto o stai pensando ad altro, quelle di chi citofona spacciando false amicizie o parentele inesistenti con membri della famiglia, quelle di chi dice di dovervi consegnare un pacco di merce che non avete mai ordinato. Queste truffe sono sempre più frequenti e sempre più spesso coinvolgono non solo gli anziani- certamente la categoria più colpita- ma anche persone di tutte le età. Monteverde Vecchio è un quartiere ‘attenzionato’- certo non l’unico- e la zona di sorveglianza è estesa da Donna Olimpia a via Poerio e dintorni.

I delinquenti hanno una fantasia fertile. Se ormai si può considerare un classico la truffa dello specchietto retrovisore, o del graffio alla carrozzeria, altre modalità stanno prendendo piede: c’è chi al citofono o in strada si spaccia per rappresentante di grandi organizzazioni benefiche- Caritas e Comunità di Sant’Egidio in primis- e in questo modo estorce denaro ‘per beneficenza’, chi si presenta non annunciato come funzionario di aziende di pubblica utliità o di servizi- luce, gas, acqua ( le grandi aziende avvisano sempre, indicando anche giorno e ora) e riesce a intrufolarsi in casa. Ma dietro tanta fantasia c’è sempre un metodo ‘scientifico’: si studiano le abitudini della vittima, gli orari, i percorsi, le occasioni più favorevoli per avvicinare il ‘bersaglio’.

Essere vigili, non distrarsi e in caso di sospetto chiamare i carabinieri, raccomanda il comandante Pinca ad un uditorio che in qualche caso ha subìto in prima persona il raggiro, e trova il coraggio di parlarne. Spesso infatti prevale un senso di vergogna: si dà la colpa a se stessi e si tace, soprattutto le persone anziane. Anche padre Angelo, il parroco di San Pancrazio, ha una sua raccomandazione: restare in contatto con i vicini di casa, riscoprire il senso di comunità e di fratelllanza. Facile a dirsi, molto meno a farsi, di questi tempi.

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