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Anche il volontariato torna in aula. Ripartono i corsi di italiano per migranti di Monteverde Solidale

Raffaella Leone

Riapre il ‘Cantiere di cittadinanza’, il progetto finanziato dalla Tavola Valdese e realizzato nella scuola Oberdan a Largo Ravizza da Monteverde Solidale, ex onlus oggi Odv che da dieci anni organizza corsi di italiano di vario livello- dai principianti assoluti al livello A2- per gli stranieri insediati a Monteverde e dintorni. Un anniversario da festeggiare, tanto più se significa che studenti e docenti torneranno in classe, lasciando il teatro della scuola, che fino alla primavera scorsa ha ospitato le lezioni. Martedì 4 ottobre è il giorno ufficiale dell’apertura delle iscrizioni, dalle 18 alle 20, ma in realtà l’accoglienza c’è sempre, il martedì e il govedì, sempre dalle 18 alle 20.

Nuovi docenti-la maggior parte a loro volta ex professori con alle spalle anni di insegnamento nelle scuole perlopiù pubbliche- per una utenza che sarà anch’essa probabilmente nuova, almeno in parte. La drammatica realtà di questi ultimi mesi ci ha messo sotto gli occhi gente in fuga da una guerra incredibilmente scatenata alle porte d’Europa. Non solo l’Ucraina i paesi confinanti o vicini alla Russia di Putin si trovano a vivere sotto una minaccia che può diventare anche nucleare. L’associazione di volontariato ne ha già avuto esperienza diretta, nella primavera scorsa, con le ragazze ucraine ospitate a Monteverde grazie alla generosità di un monteverdino e iscritte al corso di italiano. Ma anche in passato Monteverde Solidale è stata la ‘palestra ‘ degli esercizi di italiano per divers* persone, per lo più impiegate come badanti, sedute in classe insieme a bengalesi (tanti), egiziani, in qualche caso anche iraniani e afgani.

Non cambieranno invece gli studenti iscritti al Federico Caffè, con cui Monteverde Solidale collabora da alcuni anni per l’insegnamento della lingua italiana, con lezioni in orario scolastico nella sede dell’istituto. Anche questa una prova impegnativa, per l’associazione di volontariato , il Federico Caffè è uno dei pochi istituti superiori attento alla crescita sociale e culturale degli studenti stranieri.

La pandemia ha pesato, l’aver messo a disposizione il teatro della scuola Oberdan l’anno scorso è stato comunque un segno – non estemporaneo, anzi ripetuto negli anni- di attenzione e sensibilità ai problemi dell’integrazione sul territorio da parte della dirigente scolastica e del Consiglio di istituto del plesso onnicomprensivo di via Fabiola. Ora finalmente si torna nelle classi. Che la scuola (ri)cominci.

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